Flavour, hospitality, territory

Ci è piaciuto immaginarla così, la storia della cipolla, presidio Slow Food, protagonista di uno dei nostri antipasti

La cipolla di Cavasso e della Val Cosa che abbiamo deciso di proporre in questo menù va a valorizzare l’ingrediente stesso e la sua tipicità: la cipolla e la dolcezza!

LA FAVOLA DELLA CIPOLLA DELLA VAL COSA, SECONDO LOCANDA SOLAGNA

Questo potrebbe essere il titolo di un libro ber adulti e bambini “La cipolla e la dolcezza” dove la cipolla - solita nella famiglia delle liliacee a provocare arrossamenti agli occhi, lacrime a non finire e quindi intrinseco timore - un giorno trovò dimora nelle Prealpi Carniche. Lì, accolta dal verde dei boschi, dall’azzurro del cielo, dal bianco delle cime innevate e dal gentile canto dei ruscelli, fu lei a commuoversi così tanto che la sua buccia dura divenne in poco tempo morbida e dolce. Una delizia tale, che da quel giorno, chiunque l'abbia incontrata, ebbe sostituite le lacrime con grandi sorrisi sui volti e un’incredibile acquolina in bocca.

LA PREPARAZIONE

La cipolla viene cotta sotto sale al forno, svuotata di parte del suo interno dopo la cottura. Con la parte estratta otteniamo una crema, a cui aggiungiamo il Morlacco del Grappa, ed ecco qui il nostro ripieno. Terminato il riempimento ultimiamo la cottura, riportiamo la nostra dolce cipolla nel forno. Gratiniamo con l’aiuto di un formaggio locale, possibilmente stagionato come il Piave Riserva. Si termina con la cenere di cipolla, ottenuta dalla lavorazione perimetrale della buccia.

L’EFFETTO CHE FA

La fusione della dolcezza della cipolla, la sapidità del Morlacco del Grappa, l’acidità della riduzione di birra e la finitura con la cenere di cipolla vi faranno arrivare in tavola un piatto che danza con carattere in un valzer di equilibrio perfetto.